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Incentivi per le imprese del settore turistico, estensione delle concessioni demaniali marittime vigenti fino al 2033 e un bonus vacanze per le famiglie. Sono le richieste avanzate in questi giorni al Governo da parte di forze politiche e associazioni di categoria, come Assoturismo-Confesercenti, Fipe-Confcommercio, Assobalneari-Confindustria per risolvere le gravi perdite economiche dovute alla pandemia da Coronavirus in Italia.

Secondo le stime elaborate da Cna nel primo semestre del 2020 i ricavi del turismo subiranno una contrazione del 73%. Circa 120 miliardi euro in meno per il 2020. Il giro d’affari atteso è di appena 16 miliardi di euro rispetto ai 57 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Compromessa anche la stagione estiva con, tra luglio e settembre, una stima di 25 milioni in meno di stranieri.

Difronte a questo scenario di perdite ingenti ma anche di incertezza ed assenza di direttive per il comparto, arriva la proposta sul tavolo dell’esecutivo di costituire un Fondo straordinario di sostegno per tutte le imprese del settore attraverso finanziamenti a tasso 0 o prestiti a fondo perduto. Sulla situazione specifica degli stabilimenti balneari associazioni e forze politiche propongono al governo l’applicazione della legge nazionale che dispone il rinvio di quindici anni della scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti, bypassando la direttiva Bolkestein. Si tratta -spiegano raccogliendo la voce delle oltre 30.000 imprese balneari italiane – di un provvedimento a costo zero, fondamentale per l’intero turismo del nostro paese. Tra le proposte avanzate, anche quella di un bonus vacanze, ovvero un sostegno diretto che potrebbe essere rivolto alle persone con figli a carico e con un reddito medio-basso. Il voucher andrebbe speso in alberghi e strutture italiane. Un’altra idea è quella di una detrazione fiscale sulle spese effettuate nel 2020 per soggiorni di almeno tre notti, con una cifra massima detraibile intorno ai 300 euro.

Intanto, nell’immediato, secondo docenti ed esperti di categoria, è necessario”identificare misure e soluzioni” che mettano in condizioni di sicurezza le strutture ricettive, siano esse stabilimenti balneari o alberghi, ma consentano al tempo stesso di rimettere in moto l’offerta turistica”. Secondo gli esperti il settore non va trascurato, rappresentando bel il 13% del Pil italiano.